a cura di Paolo Bocchi
Alla qualità non si rinuncia. E neppure a oggetti durevoli, etici, che superino l'immediato, che diano piacere e sicurezza. Che facciano sognare. In un momento di difficoltà economi-che Ventiquattro ha interrogato cinque grandi designer sul senso e le prospettive del loro lavoro.
A chi interessa davvero il design in questo momento di crisi? È quello che ci siamo domandati, consapevoli che non si possa ignorare un'attualità fatta di difficoltà economiche, di posti di lavoro bruciati, di calo dei consumi. La vita quotidiana è importante, e il design è dappertutto nella vita quotidiana. ll fatto di avere meno soldi significherà avere meno design? Un design più democratico? Una minor cultura? Una riduzione del numero dei brand o dei prodotti?
È con questo spirito che abbiamo deciso di rivolgere a cinque designer protagonisti del nostro tempo tre piccole ma provocatorie domande:
1. A chi interessa davvero qualcosa del design oggi?
2. Anno 2009: l'industrial design punta alla longevità, la moda a cambiare ogni sei mesi: chi ha ragione?
3. Qual è l'oggetto che meglio rappresenta quest'anno strano e complicato?
Le risposte, che trovate qui, rappresentano uno sguardo illuminante sul futuro da parte di professionisti che lavorano ogni giorno con i materiali e la storia, con le persone e i brand.